Fringe benefit: un viaggio nell’idea di welfare aziendale di Named Spa

25-01-2021
Fringe benefit: un viaggio nell’idea di welfare aziendale di Named Spa

Il Decreto Legge n. 104/2020 (c.d. “decreto agosto”) aveva previsto che, per il solo anno 2020, il limite dei beni ceduti o dei servizi prestati dal datore di lavoro ai dipendenti sotto forma di fringe benefit fosse elevato da 258,23 a 516,46 euro. Oggi il limite è tornato ad essere di 258,23 euro/anno solare e scopriamo che non tutte le aziende hanno aderito all’iniziativa dell’innalzamento del tetto. Ne abbiamo parlato con il Dott. Stefano Canova, procuratore di Named Spa, il quale nella sua azienda ha deciso di fare delle scelte di spesa alternative.  

Dott. Canova, quali sono i valori dell’azienda?

I nostri valori e leitmotiv sono il benessere delle persone, la continua ricerca di piccoli accorgimenti, legati al nostro core business, che possano portare la gente a stare e vivere al meglio. 

L’azienda come percepisce il welfare?

L’idea di Named è stata quella di rendere equo un riconoscimento per i dipendenti che hanno, professionalmente, dedicato e speso energie per il bene aziendale. Abbiamo quindi visto nello strumento del Welfare Aziendale e dei Fringe Benefit, un modo per riconoscere al dipendente un qualcosa che gli servisse in modo tangibile e non che ricadesse nella “semplice” remunerazione aggiunta alla busta paga. Non che il denaro non abbia il suo peso ma proprio perché il riconoscimento, che comunque è identificabile in un valore economico, con questo strumento è possibile canalizzarlo verso una ricerca di un qualcosa che possa appagare e gratificare la persona o i suoi cari. 

Per quale motivo ha deciso di non innalzare a 516,46 il tetto di spesa dei fringe benefit?

Abbiamo voluto evitare che i 500 euro erogati a titolo di welfare aziendale a ciascun dipendente finissero spesi completamente in buoni carburante o in fringe benefit. Abbiamo quindi mantenuto la seguente distinzione: € 250 da spendere in fringe benefit per spesa carburate ed e-commerce e € 250 in buoni e rimborsi legati ad un “investimento” sulla persona e il suo benessere (viaggi, palestre, cultura, video-consulti psicologici, visite mediche specialistiche etc.) o per quello familiare (rimborsi per asilo nido, istruzione, case di cura o di riposo, trasporto pubblico etc.). temi di cui stiamo riscoprendo essere ancora più preziosi in questo periodo di forti privazioni e limitazioni. 

Perché consiglierebbe il nostro servizio welfare?

In Voi abbiamo trovato un partner esaustivo nel farci capire quanto fosse affine al nostro pensiero e la professionalità con la quale ci avete guidati in questa nuova esperienza. 

L’esperienza di Named è significativa di come il Welfare aziendale possa diventare uno strumento di sostegno al reddito anche senza ricorrere ai soli buoni spesa ma bensì anche ad altre spese più legate al benessere sociale o realmente defiscalizzate. 

Se anche voi state pensando di avviare un piano di welfare e volete conoscere i vantaggi per la vostra azienda? Contattateci per una consulenza su misura.

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